Silvia Gagliardini
L’artista, formatasi a Milano all’Accademia di Brera, dopo molti anni dedicati al design di oggetti preziosi e allo studio della gemmologia ricerca nella materia una nuova forma espressiva. La leggerezza delle opere è una costante, nella vita come nell’atto creativo in generale, è il saper esprimere l’essenza. Uno studio sulla leggerezza è lieve, effimero, evanescente. Uno studio sulla leggerezza è necessario. Fogli di carta, fogli di vetro nei colori privi di tono che assorbono i volumi dove la trama svanisce lasciando spazio alla fantasia per sollevare e sollevarci da ciò che ci spaventa. Fogli sottili, opalescenti, non sfogliabili, senza nessuna parola scritta, sono la dimostrazione che non tutto è dicibile. La trama svanisce quando non abbiamo le parole giuste per esprimere ciò che proviamo, oppure le stiamo pian piano dimenticando, oppure ce le ricordiamo, ma ne distorciamo il significato. Il peso delle parole lascia spazio al silenzio per ricominciare da capo. Stropicciati, strappati, fragili, ma senza nessun segno grafico. La fragilità dei fogli è spunto per imparare a procedere in punta di piedi, senza paura, come un funambolo, con chiaro il rischio di sbagliare, ma con l’ambizione di procedere tra incertezze, dubbi, e fallimenti: e in questo piccolo bilico, cerco il difficile ma pericoloso equilibrio. Fondamentale è la sottrazione, quel minimalismo capace di rendere evidenti i dettagli, la purezza nelle forme, il rapporto dialettico tra pieni e vuoti, luce e ombra. La leggerezza è allora grazia sottile, eleganza e unicità. Fragilità e trasformazione. Si tratta di comunicare verbalmente e visivamente l’invisibile. L’arte è denuncia, aiuto, provocazione. Molte sono le espressioni artistiche che tramite immagini ed espressioni violente scuotono e sconvolgono lo spettatore. La mia scelta è diversa, ho scelto di dedicare il mio studio al piccolo, al prezioso, alla cura del dettaglio, alla delicatezza, all’armonia dei colori alle loro infinite combinazioni, certa che la raffinatezza e l’eleganza delle forme e dei gesti possano ispirare anche cambiamenti fluidi e consapevoli. Parlare sottovoce, rivalutare la timidezza, dare spazio al silenzio e rischiare anche di diventare invisibili.





